Stemma Civico

Ultima modifica 2 maggio 2021

L'Araldica

« Di azzurro, al castello di argento, toricellato di due pezzi laterali, aperto e finestrato del campo, fondato sulla campagna di verde, al leone rampante di oro, lampassato e armato di rosso, posato sul castello. Segni esterni da Comune. »

Origini e Simbologia

Lo stemma ricorda il Castello di Bisnate. Il leone simboleggia la terra di Zelo Buon Persico, il verde del campo la feracità del terreno

Caratteristiche

Simboli: Castello, Leone Rampante

Colori: Argento, Azzurro, Oro, rosso, Verde

Il Gonfalone

« Partito, di bianco e di azzurro, caricato dell'Arma sopra descritta. »

Il progetto araldico di questo vetusto Comune, ricorda il Castello di Bisnate e nel Leone il simbolo della terra di Zelo Buon Persico; il verde del campo, la feracità del suo terreno.

 

 

Un pò di storia: Zelo Buon Persico

Nel 1600 un Agesilao dei Cani era commendatore di Malta; la fortuna di questa famiglia precipitò alla fine del secolo riducendola in povertà. Nel 1546 il feudo di Bisnate fu venduto ai Principi Tassi.

La Parrocchia di Bisnate è intitolata a S. Alessandro Martire. L'anno 1658, il governo Spagnolo, per sua sicurezza, da Castiglione a Trezzo teneva guarnita l'Adda di milizie paesane sotto il comando del Principe Ercole Trivulzio, che aveva posto il suo campo appunto in Bisnate. Il governo austriaco, per comodo dei trasporti, militari, costrinse i comuni di Bisnate e di Spino a sostituire, all'antico porto, un comodo ponte di legno.

L'opera fu costosissima, tanto più che quì la corrente dell'Adda è assai rapida. Nella ritirata del 1859, gli austriaci distrussero il ponte in parola. Però nel secolo XIX°, in occasione dell'apertura della strada da Pandino a Milano, le provincie di Cremona e Milano, fecero costruire nel fiume un nuovo ponte in cotto, a tre navate e grandi arginature. La chiesa nella frazione di Casolate, nella Pieve di Galgagnano, dovette avere importanza speciale nel secolo XIII°.

L'anno 1239, si accampò a Casolate l'esercito dell'Imperatore Federico II°, in guerra contro i Milanesi. Anche Francesco Sforza, generale dei Veneziani, vi si accampò nel 1448 in lotta contro la Repubblica Ambrosiana. Casolate fu feudo dei Conti Melzi. Nel 1831, vi fu fondato, un Convitto-Scuola femminile diretto da terziarie di s. Domenico, con filiali a Comazzo e Lavagna, posseggono a Casolate la Congregazione di Carità di Milano e la Casa Melzi. La parrocchia di Casolate è intitolata a S. Pietro.

La frazione di Mignete (in antico Mignate o Mignago o Migate) fu feudo dell'Ospedale Maggiore di Milano, l'anno 1609 era di proprietà della famiglia Cani di Bisnate. Nel 1668, il feudo fu concesso a Cesare Bonesana ed eretto in Contea. L'Adda assotigliò grandemente il territorio di Mignete distruggendo cascinali e ville. Ora il fiume si è alquanto allontanato dalla frazione, lasciando una profonda mortizza in vicinanza della strada provinciale e del paese, con ghiaie e baschi.

Un Tomaso Codazzi, nobile Lodigiano, nel 1543 era Commendatore della rettoria di Mignete. Il 28 gennaio 1869, il comune omonimo venne soppresso e aggregato a Zelo. La Parrocchia di Mignete è intitolata ai SS. Giacomo e Filippo. Importante è anche la frazione di Villa Pompeiana. Si crede che questa Villa venisse eretta da Gneo Pompeo Strabone, padre del magno Pompeo e benefattore dell'antica Lodi.

Nella bolla di Papa Alessandro II°, confermate tutti i privilegi e tutti i diritti del Monastero delle Vergini di Pavia, è detto "In laudensi Episcopatum Villam Pulpignanam cum Capella Sancti Michaelis". Si opina che questa "Pulpignana" non sia altro che un corrotto di "Pompeiana"; nel suo territorio, fin dal 1194, fu fondata la chiesa di santa Maria in Montebello da Pietro Bello Bisnate. In quel documento si nomina il famoso Mare Gerondo, che pare allora dovesse esistere, costituito dalle acque straripanti dell'Adda. Villa Pompeiana fu feudo dei Cani, Signori di Bisnate; vi era allora un porto sull'Adda.

Ai Cani successero, nel feudo i Triulzi nel 1647. Il 5 gennaio 1727, Giovanni Battista Modignani, Presidente del Senato di Milano, nel suo testamento, lasciò all'Ospedale di S. Stefano di Lodi alcuni beni di Villa P., con carico di messe.

"Zellum Gompertum"

Vi possedettero pure i Barnabiti ed i Monaci di S. Antonio Abate. Ora è proprietà dell'Ospedale Maggiore di Milano. L'oratorio di Villa è posto lungo la strada provinciale, in alto; e domina , con la strada, la sottoposta bassura dove la Muzzetta entra nell'avallamento abduano.

La frazione di Muzzano ricorda l'antica famiglia romana dei "Muzi". Un marmo nel civico Museo di Lodi, ricorda infatti, Tito Muzio, prefetto dei fabbri, la cui famiglia avrebbe scavato la Muzza, ora Muzzetta, per irrigare "l'agrum Mutianum"; questo agro diede, in seguito, origine alla famiglia Muzzani. La parrocchia di Muzzano è intestata ai SS. Cosma e Damiano. Zelo Buon Persico ha varie Opere Pie e Legati benefici che ricordano i nomi delle famiglie Melzi, Pecora, Cadamosti, Sebastiani, Lucca, Mai, Taglietti, Fiazza-Biraghi, Zecchi-Taccani.

Vi sono tre asili infantili. Uno nel capoluogo, che beneficia anche di un lascito Quattrini, istituito nel 1902. Un altro in frazione Bisnate, di fondazione Taccani (1883); e un terzo in frazione Mignete sorto nel 1914. Vi è anche un Istituto Fiazza-Biraghi per istruzione gratuita delle fanciulle povere ed una Società Operaia di Mutuo Soccorso.

Zelo Buon Persico, ha dato alla grande guerra, 33 caduti, sul campo della gloria, con 3 decorati al valor militare. le predette notizie storico-corografiche sono state reperite dalle seguenti opere: F. Vallardi "La nuova Italia" - volume III° G. Strafforello "La Patria" - pagina 449 f. Guasco "Dizionario Feudale degli antichi Stati Sardi" Il progetto araldico di questo vetusto Comune, ricorda il Castello di Bisnate e nel Leone il simbolo della terra di Zelo Buon Persico; il verde del campo, la feracità del suo terreno. Per quanto premesso blasoniamo: "di azzurro, al castello di argento, toricellato di due pezzi laterali, aperto e finestrato del campo, fondato sulla campagna di verde, al leone rampante di oro, lampassato e armato di rosso, posato sul castello". Segni esterni da Comune.Gonfalone: Partito, di bianco e di azzurro, caricato dell'Arma sopra descritta.

Curiosità: Zelo Buon Persico

E' situato in pianura, tra la riva destra dell'Adda e la sinistra della Muzza, a 2 Km da Paullo, a 14 da Lodi, a 20 da Milano. Il territorio, abbondantemente irrigato, è dei più fecondi, specialmente in foraggi, lino, cereali. Vi sono prati artificiali dove si alleva numeroso bestiame vaccino che da molti latticini. L'industria è rappresentata da fabbricazione di formaggi, da pilatura di riso, da fornaci di laterizi, esercizio di latteria.

Vi è anche esportazione di uova e pollame. Vi sono opifici per la fabbricazione dell'olio di lino e semi oleosi. La popolazione vive di agricoltura. Vi sono scuole elementari maschili e femminili. Il paese è anticamente ricordato col nome di "Zellum Gompertum". E' certo che il nome deriva da "Agellum", corrotto in "Gello, Zello, Zelo". Lo storico Giulini afferma che l'anno 836 un illustre personaggio straniero, che abitava a Milano, chiamato Unger, assegnò molti suoi beni da distribuirsi in Opere Pie, tra i quali anche "Agello".

Zelo Buon Persico nel 1045 faceva parte del feudo di Paullo, nel Comitato di Lodi, e per diploma di Corrado, venne assegnato a favore del Monastero di San Dionigi. Circa l'anno 1112, Dolcevita ed Enrico, figli del fu Amizone de Agello, concessero in livello ad Ottone e Ambrogio di Cornate alcune terre del vescovato di Lodi, situate in Galgagnano. Il resto del nome attuale specificherebbe la speciale produzione fruttifera (pesco) del terreno sul quale sorse la Chiesa primitiva.

Il 27 maggio 1502, furono di passaggio a Zelo le truppe francesi che da Milano per Lodi, si recavano nel Napoletano; e vi commisero azioni di saccheggio. Il 10/4/1509 fu presa a Zelo una spia veneta che tradotta a Lodi, fu impiccata nel castello. Pochi giorni dopo Zelo fu devastata da una compagnia di Guasconi, unitamente a Merlino, Comazzo e Lavagna. Il 1° settembre 1521, vi alloggiarono per tre giorni, anche le truppe tedesche. Il 28 novembre del 1538, la Camera di Milano lo aliena in favore di Carcassola Antonio, che a sua volta, il 13 agosto 1546, lo vende a Tassis Simone, mastro delle poste. Nel secolo XVI°, il beneficiario parrocchiale della Chiesa di Sant'Andrea di Zelo fu eretto in Commenda a favore di alcuni membri della famiglia Barni di Lodi.

La Parrocchia di Zelo è appunto intitolata a S. Andrea. Il 15 agosto del 1546, il feudo venne ceduto ai Principi Tassi, napoletani. Nel 1629 Zelo andò soggetto alle ruberie dei Lanzichenecchi che si recavano all'assedio di Mantova. Il Comune ha un Legato Pio disposto da Paola Cadamosti per sussidiare poveri convalescenti della Parrocchia con una distribuzione di pane di frumento. Alla frazione di Bisnate dura la leggenda che S. Alessandro della Legione Tebea, fuggito dalle carceri di Milano, volendo traghettare l'Adda per andare a Bergamo, non avendo trovato nessuna barca passò miracolosamente il fiume a piedi asciutti, appunto presso la località di Bisnate. Nel 1239, l'Imperatore Federico II°, si accampò tra Bisnate e Casolate, contro i Milanesi, i quali si accamparono dall'altra parte deviando l'Adda Nuova (Canale Muzza), nel Lambro. Bisnate ebbe anticamente un castello del quale si scorgono ancora le rovine, e che doveva servire a difendere il passo dell'Adda di fronte a Spino.

La sua chiesa antichissima, si trovava nella circoscrizione plebana di Galgagnano ed era patronato dalla famiglia Bisnati. Nel 1465 era signore di Bisnate Spilimbergo Cristoforo dei Cani. Il 15 maggio del 1509, dopo la famosa battaglia di Agnadello, venne gettato sul fiume un ponte di barche pel quale transitò la gente che andava a vedere i morti in quella sanguinosa battaglia, i quali giacevano ammucchiati nel luogo dove fu poi fabbricata la chesa detta della Vittoria.