La grande ricchezza d'Acqua

Ultima modifica 2 maggio 2021

Anche a Zelo Buon Persico, l'abbondante disponibilità di acqua ha costituito una premessa importante fin dal Medio Evo per il compimento e la realizzazione di un'agricoltura avanzata e fiorente.
Applicando alla lettera la regola di S. Benedetto, "ora et labora", i monaci erano stati promotori di una serie di disboscamenti e di canalizzazioni, che avevano trasformato paludi e boscaglie, che costituivano allora una parte del territorio, in terreni fertili e coltivati.
Ad una attività uguale si dedicarono anche i benedettini che, a partire dal 1084, si insediarono in un nuovo monastero, sorto ad Abbadia Cerreto, poco oltre l'Adda: si ponevano così le premesse della grande agricoltura lodigiana, che duecento anni dopo avrebbe avuto un nuovo impulso dall' apertura del canale di irrigazione Muzza.

La Muzza arriva nel comune di Zelo Buon Persico sfiorandone il confine sudovest con il comune di Mulazzano, dopo esser passata nel territori di Trucazzano, Comazzo, Merlino, Paullo e Mulazzano. L'acqua delle rogge che innervano l'area coltivata di Zelo Buon Persico proviene da bocche situate a nord del paese, nei comuni di Comazzo, Merlino e Paullo. L'accesso dell'acqua del canale Muzza alla rete irrigua di Zelo Buon Persico è regolato da chiuse situate al lati del canale in corrispondenza di piccole dighe artificiali. Ciascuna delle rogge ha una portata d'acqua (misurata in once al minuto) regolata mediante le chiuse, in base alle necessità del terreni attraversati.
A seconda dell'estensione della superficie agricola utilizzata, ogni azienda ha diritto a ricevere un determinato numero di once di acqua, in turni di tredici giorni, (tradizionalmente chiamati "ruote d'acqua"), nel corso del quali viene stabilito il numero di ore per utente necessarie per irrigare completamente ciascuna proprietà.

Nel territorio comunale di Zelo Buon Persico le rogge principali sono le seguenti:
roggia Muzzetta (l'antica Aqua Mutia di origine romana), che trasversalmente da Molinetto, a nordovest, passa per Muzzano, sfiora Molinazzo e arriva a Villa Pompeiana, a sudest;
Roggia tipica
roggia Fasola, che da Zelo passa di fianco a Casolate e giunge a nord di Villa Pompeiana, dove si congiunge con la roggia Muzzetta;
roggia Fasolina, che bagna i terreni intorno a Bisnate;
roggia Zelo Ospitale (o Zela) che da Zelo raggiunge Mignete, da dove parte una diramazione per Casolate;
roggia Bertonica, che da Paullo entra nel comune zelasco all'altezza della fattoria Aurora, procede in linea retta verso Molinazzo, attraversando la zona di Muzzano, e continua a sud nell'area di Cervignano d'Adda.
Tra le altre rogge che irrigano il territorio comunale di Zelo sono da ricordare ancora la roggia Quartera a nord, la roggia Nuova a sud. Sotto il profilo paesaggistico e naturalistico i corsi d'acqua più interessanti sono la roggia Muzzetta, in particolare nell'ultimo tratto sinuoso, prima di sfociare nel Mortone; la roggia Bertonica, che nel tratto più distante dall'Adda scorre ai piedi di una scarpata alberata, per poi formare alcuni impaludamenti ricchi di vegetazione; infine il colo Calandrone (al confine tra i comuni di Zelo e Merlino) che nel tratto orientale, prima di arrivare nella lanca a nord di Bisnate, scorre ai piedi di un dislivello ricco di alberi.
Fino all'inizio della seconda guerra mondiale l'acqua delle rogge veniva utilizzata, oltre che per irrigare, anche per abbeverare il bestiame. Durante l'inverno, allorché le acque della rete irrigua gelavano, il ghiaccio prodotto veniva stipato presso molte cascine in ghiacciaie appositamente edificate per preservarlo il più a lungo possibile.

Le ghiacciaie, diffuse ancora fin verso la seconda guerra mondiale, erano costruzioni in gran parte scavate in profondità dentro la terra, con il tetto coperto di paglia di riso (impermeabilizzante e isolante) e di zolle di terra, tante da formare un piccolo dosso artificiale.

Il ghiaccio stipato lì dentro veniva utilizzato in estate per gli scopi più diversi: per avere acqua fredda dissetante, ma soprattutto per conservare al fresco il burro prodotto ed evitare che si irrancidisse per il caldo.

A Zelo Buon Persico c'è tuttora una di queste ghiacciaie: risale presumibilmente al primo Ottocento, è scavata nel terreno per una profondità di circa sette metri e si trova sul retro di un edifìcio settecentesco in via Muzzano (quasi all'incrocio con via Giussano) che fino al 1987 ha ospitato l'agenzia dei beni patrimoniali dell'Ospedale Maggiore di Milano, istituita per seguire e curare direttamente sul posto l'andamento delle proprietà dell'ente nell'area di Zelo Buon Persico.