Il Lago Gerundo - un lago e un drago

Ultima modifica 2 maggio 2021

Agellum Gomperticum: un lago e un drago

Una volta, fin verso l'anno 1100, al posto di Zelo Buon Persico c'era un lago. Si chiamava lago Gerundo (o Gerendo, o anche Geroso). Più precisamente, il lago Gerundo si trovava nell'area compresa tra l'attuale corso del fiume Adda e la scarpata che delimita il territorio cremasco, entro cioè una linea ideale intermedia tra l'Adda attuale e il Serio.

 Il lago Gerundo si suppone fosse un vasto specchio d'acqua salmastra, a regime instabile, situato in Lombardia a cavallo dei letti dei fiumi Adda e Serio.

In questo territorio, infatti, ci sono giacimenti di gas metano, con esalazioni naturali che si incendiavano con i fulmini, temporali e a quel tempo questo fenomeno fece pensare all'alito di un drago.

Il mostro fu ammazzato da uno sconosciuto eroe che prosciugò anche il lago: altri non era che il capostipite dei Visconti di Milano che, dopo tale prodezza, adottò come suo stemma l'immagine del biscione.

Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago a san Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, o a Federico Barbarossa. La bonifica del territorio fu in realtà fatta dai monaci delle abazie vicine.

Sulle coste del lago Gerundo, nella zona dell'attuale Villa Pompeiana (frazione di Zelo Buon Persico), si ritiene si trovassero una villa romana e un porto fatto costruire dal patrizio romano Pompeo Strabone (150-80 a.C.), Strabone fu un personaggio molto influente nella zona che è attualmente il Lodigiano, in suo onore, dopo la conquista della Gallia Cisalpina da parte dei romani, uno dei maggiori centri abitati della regione venne ribattezzato come Laus Pompeia (Lodi Vecchio).

Il lago Gerundo scomparve definitamene nel corso del XIII per opera della bonifica iniziata dai monaci cistercensi e benedettini, proseguita nel 1220 con la creazione del canale Muzza.

Il lago occupava un ampio tratto di territorio tra Adda e Serio, ma anche, secondo alcuni, Brembo e Oglio.

Tale localizzazione comprende quindi le provincie di Bergamo, Lodi e Cremona e Milano.

La profondità variava dai dieci ai venti metri con punte sui venticinque.

Nelle aree meno profonde erano frequenti le formazioni paludose; a Genivolta venne trovata un'ara, conservata oggi al museo di Cremona, dedicata alla dea italica Mefite, sovrana delle paludi.

La profondità variava dai dieci ai venti metri con punte sui venticinque.

Nelle aree meno profonde erano frequenti le formazioni paludose; a Genivolta venne trovata un'ara, conservata oggi al museo di Cremona, dedicata alla dea italica Mefite, sovrana delle paludi.

L'uomo era insediato sulle sue sponde e sulle isole sia su terraferma che su palafitte (la pretesa città di Acquaria nei pressi di Soncino) e navigava sul lago con piroghe scavate da un unico tronco di quercia, di cui si sono rinvenuti alcuni esemplari. 

  
 

Fiume Adda presso frazione Bisnate

Il suo bacino era costituito da una depressione della pianura alluvionale padana, dove potevano liberamente confluire le acque dell'Adda, dell'Oglio e delle risorgive. Si presentava come una grande estensione di paludi e acquitrini, provocata dal graduale spostamento dell'Adda da est a ovest (fino alla posizione di oggi) e più o meno ampia a seconda delle piene del fiume.
Oltre a paludi, acquitrini e stagni dovevano esserci anche specchi d'acqua profondi, tanto che si suppone l'esistenza, lungo le sue coste, di ville residenziali e di porti. Proprio nell'area di Villa Pompeiana la frazione più a sud di Zelo Buon Persico - alcuni studiosi ritengono si trovassero una villa e addirittura un porto fluviale fatto costruire dal patrizio romano Gneo Pompeo Strabone (150-80 a.C.), negli anni intorno al 120 a.C. Padre di Pompeo Magno, il più acceso rivale di Giulio Cesare, Pompeo Strabone fu un personaggio molto importante per quella che è attualmente la zona del Lodigiano. In suo onore, dopo la conquista della Gallia cisalpina da parte dei romani, il maggior centro abitato della regione a sudest di Mediolanum (Milano) venne ribattezzato come Laus Pompeia (oggi è Lodi Vecchio).

La via di comunicazione principale era la cosiddetta via regia, che da Milano conduceva a Lodi passando per Paullo, Muzzano e Galgagnano.
Vivere in prossimità del lago Gerundo non doveva essere molto confortevole e sicuro prima della grande opera di bonifica iniziata dai monaci cistercensi e benedettini, proseguita nel 1220 con la creazione del canale Muzza.

Secondo una leggenda dell'Alto Medioevo, nel lago Gerundo viveva il drago Tarantasio, vero terrore per gli abitanti del luogo. Un mostro favoloso in cui la fantasia popolare ha probabilmente voluto impersonificare le esalazioni mefitiche di quelle zone palustri e malariche. Il drago Tarantasio, in tempi moderni, ha ispirato gli ideatori del logo dell'Agip, che lo hanno trasfigurato, aggiornandolo, nel cane a sei zampe che sputa fuoco dalla bocca.
Nel Mortone, un'area paludosa di notevole pregio naturalistico, subito dopo la frazione di Mignete presso la frazione di Villa Pompeiana, è stata rinvenuta nel 1977 una piroga monossile, ossia un'imbarcazione molto primitiva, costituita da un unico, enorme tronco d'albero appositamente scavato. Sottoposta all'analisi del radiocarbonio, la piroga risalirebbe alla fine del quinto secolo dopo Cristo, e più precisamente intorno al 490.
Piroga monossile.

 

Cartina Lago Gerundo
08-11-2021
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