Le prime "Gentes" e le antenate delle cascine
Dopo la conquista della Gallia cisalpina, compiuta nel 222 a.C., i romani si dedicarono con impegno alla coltivazione dei nuovi territori acquisiti. Nella regione dell'attuale Paullese si insediarono diverse gentes, cioè diverse famiglie: Valeria, Mutia, Marcia, Balbia, Fabia e Pompeia, il cui principale esponente era Gneo Pompeo Strabone.
I possedimenti di queste famiglie presero il nome delle gentes proprietarie: nacquero così, tra l'altro, gli agri Mutianum (oggi Muzzano), Marcianum (Marzano), Balbianum (Balbiano) e Villa Pompeiana.
Secondo la tradizione, fu un appartenente alla gens Mutia a ideare e a far scavare la cosiddetta Aqua Mutiana, uno dei primi canali artificiali della zona creati per controllare il regime delle acque. L'antica Aqua Mutiana esiste tuttora nel territorio di Zelo Buon Persico e corrisponde all'attuale canale Muzzetta.
Per irrigare orti e giardini della villa di proprietà della famiglia situata dove ora c'è Muzzano, Tito Muzio fece derivare le acque dal ramo dell'Addetta poco sopra gli attuali Portoni di Paullo, incanalandole attraverso i territori di Paullo (che allora si chiamava Padulum) e Muzzano, per farle poi confluire di nuovo nell'Adda a nord di Villa Pompeiana.
Tito Muzio, del resto, doveva avere le carte in regola per compiere tale impresa, se su una lapide conservata al Broletto di Lodi (T. Mutio tf gracili praef. Fabbr IIII Vir I.D. D.D. Pubblice) viene citato con la qualifica di prefetto del fabbri, una carica corrispondente pressappoco all'attuale ingegnere.
Le antenate delle cascine
Dove adesso c'è Muzzano, la gens Mutia (oggi diremmo la famiglia Muzia) possedeva una tenuta di ampie dimensioni, detta Agrum Mutianum.
Le aziende agricole romane di grande estensione erano denominate villae e possono essere ritenute, nella concezione complessiva di unità economica e produttiva e nella strutturazione degli spazi e degli edifici, le lontane antenate delle cascine. Secondo Romano Pignotti, uno studioso che nei suoi scritti molto si è occupato del Paullese e della sua storia, l'Agrum Mutianum doveva essere probabilmente il principale centro agricolo del comprensorio.
Agrum Mutianum (ricostruzione R.Pignotti)
Tito Muzio scelse di ubicarlo alla sinistra della strada che da Padulum (Paullo) portava a Laus Pompeia (Lodi Vecchio). Lo organizzò come un tipico accampamento militare romano, cioè un rettangolo suddiviso in quattro parti uguali: un impianto planimetrico che la Muzzano attuale mantiene tuttora. Secondo la ricostruzione di Pignotti, nel riquadro a nordovest si trovava la villa padronale con il parco, le piscine, l'altare del Lari (numi tutelari della famiglia) e il giardino delimitato da un doppio filare di salici.
Nel riquadro nord orientale c'erano gli orti e gli alloggi del servi e del liberti oltre che del presidio militare, mentre in quello a sud-ovest c'erano il frutteto, la vigna e il ricovero per i cavalli. Infine, nel riquadro sud orientale trovavano posto il ricovero degli animali da lavoro (buoi, bufali, muli, asini), gli ovili, i pollai, i porcili, gli orti del servi e gli alloggi per gli schiavi.
Come ogni tipica villa romana, anche quella della gens Mutia era sostanzialmente una struttura autosufficiente sia economicamente sia amministrativamente, con una piccola guarnigione militare interna per difendere i suoi abitanti da eventuali incursioni di banditi e proteggere i raccolti.
Nell'organizzazione territoriale romana, la villa ricopriva infatti anche una funzione strategica e militare di base; nelle villae venivano reclutate e addestrate le nuove leve, dalle villae partivano rifornimenti di vario genere per l'esercito: cavalli, muli, legname, come anche bestie da macello, foraggio, farina, olio e altri viveri.
Con l'arrivo dei barbari culminato nell'invasione dei Longobardi nel 568 d.C. anche nel Lodigiano si assiste alla distruzione, al saccheggio e alla decadenza di molti centri abitati fioriti in epoca romana.
Sopravvive qualche segno delle opere realizzate a vantaggio delle attività agricole: la scansione regolare dei campi coltivati, la rete di comunicazione stradale, gli impianti d'irrigazione, a cominciare dall'Aqua.
Mutiana, probabilmente come s'è detto il primo canale irrigatorio della regione lombarda.