“MARIA CALLAS. LA DIVA UMANA” RACCONTATA A ZELO DALLA SAGGISTA BRIGANTI

Pubblicato il 27 febbraio 2024 • Avvisi - Primo Piano , Comunicati del Sindaco

(Zelo Buon Persico, 27 febbraio 2024)

Maria Callas era una diva “umana”, anzi, “umanissima”, a dispetto di chi la chiamava “tigre” e le attribuiva un carattere “tempestoso”. A raccontare le sensibilità, le fragilità e la grande passionalità della celeberrima soprano è Annarita Briganti, nel suo ultimo saggio, edito per i tipi di Cairo (2023), presentato venerdì 23 febbraio, in occasione del secondo appuntamento della rassegna “Dialoghi su cultura, arte e attualità”, promossa dal Comune di Zelo Buon Persico.

La scrittrice napoletana, milanese di adozione, giornalista da molti anni per Repubblica e Donna Moderna, è anche una nota opinionista in tv. Con Cairo ha pubblicato sette libri, tre romanzi, e quattro saggi, questi ultimi dedicati a figure esemplari di donne del ‘900: la poetessa Alda Merini, la stilista Coco Chanel, l’architetto Gae Aulenti e infine Maria Callas.

Nata nel 1923 a New York da famiglia greca, Callas ha contribuito a portare in auge le opere di Rossini, Donizzetti, Bellini, Spontini, Verdi, grazie alla sua attitudine interpretativa drammatica unica.

A poco più di 100 anni dalla nascita, Briganti ha ripercorso la vita della soprano, parlando con i testimoni di quell’esperienza straordinaria: «Nel mio lavoro - spiega l’autrice - ci sono documenti inediti, studi, interviste a chi ha conosciuto profondamente Maria Callas, come Ferruccio Mezzadri, il suo autista, collaboratore e amico, ci sono le lettere della famiglia, del marito Giovanni Battista Meneghini e degli amici Pierpaolo Pasolini e Luchino Visconti».

Ci sono Maria Callas tra l’America e la Grecia, prima del successo, gli anni d’oro della carriera in Italia e quelli del declino della voce e del ritiro dalle scene. C’è il grande amore per l’armatore greco Aristotele Onassis, che la porterà a lottare per il divorzio quando ancora in Italia la legge non lo consentiva. C’è una donna che deve affrontare il rapporto complesso con la madre e c’è l’“icona di stile” che oggi tutti conosciamo.

Libertà e una visione nuova del futuro sono le caratteristiche che accomunano le grandi donne raccontate da Briganti nel decennio che quest’anno festeggia come autrice, cercando di fare luce sugli aspetti meno compresi o a volte del tutto sconosciuti delle loro vite e riflettendo sulla condizione femminile, per combattere ogni forma di discriminazione.

«Non mi piacciono le fiction, amo raccontare la verità», ha affermato Briganti davanti al pubblico zelasco, rendendo omaggio a Giancarlo Siani, assassinato a Napoli dalla camorra, a pochi passi da casa sua. Un giornalista che raccontava il mondo da persona libera e che per lei è diventato un modello e un’ispirazione.

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